Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/473

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TERZO 977 dotto nell’iscrizione aggiunta alla porta di bronzo del tempio di S. Giovanni in Firenze, che ò lavoro di lui, nacque in Pisa, secondo il Vasari (l. cit. p. 372), l’anno 1370. 1/ osservazion diligente delle antiche sculture che i Pisani dalle marittime loro vittorie riportavano spesso alla patria, risvegliò in lui il desiderio e l’impegno di rinnovare quell’arte, e di ricondurla a quella finezza e a quel gusto da cui tanto erasi allontanata. Avealo la natura fornito di quel talento senza cui niuno fu mai eccellente in alcuna delle belle arti, e il natural talento fu in lui sviluppato e perfezionato dall’indefesso studio. Quindi appena si videro alcune sculture da lui fatte in Pisa, se ne sparse tosto la fama, ed ei fu chiamato a Firenze, ove non v’ebbe opera di qualche momento, che a lui non fosse affidata, e molti marmi di Andrea si veggono ancora nella chiesa di Santa Maria del Fiore, che stavasi allor fabbricando. Egli era ancora intendente d’architettura , e fu adoperato in Firenze e altrove nel disegno di molti edificii che allor s’innalzarono. Ma il maggior pregio di Andrea, e che ottennegli maggior nome, fu l’esser il primo che sapesse maestrevolmente lavorare in bronzo, e se ne vede ancora in Firenze un bel monumento in una delle porte di S.Giovanni, che fu opera di Andrea , e intorno a cui ei lavorò per lo spazio di ventiline anni; benchè altri creda che in questo numero sia corso qualche errore, e che la detta porta fosse compita nello spazio di otto anni. Il Vasari annovera molte delle più ragguardevoli opere di Andrea, e gli onori che per esse ottenne in Firenze, ove ebbe il