Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/110

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94 LIBRO Tommaso era in Bologna presso il Cardinal Albergati (l. 1, ep. 45, 47? 2, ep. 10, 11, 16); e ben seppe poi Filelfo giovarsi dell1 amicizia con lui già stretta. A lui pure, mentre era ancora privato, dedicò Poggio il suo Dialogo del11 Infelicità de’ Principi; e nella lettera ad esso premessa ne loda non solo lo studio della filosofia , delle belle arti e della teologia, ma le virtù morali ancora onde era adorno. In fatti il medesimo Vespasiano dice di lui (l. c. p. 270), che aveva non solo notizia de’ dottori moderni, ma di tutti gli antichi così greci come latini, ed erano pochi scrittori nella lingua greca o latina in ogni facoltà, che egli non avesse vedute i opere loro, e la Bibbia tutta avea a mente, e sempre in suo proposito i allegava: e poscia (l. cit. p. 274)- Aveva maestro Tommaso una notizia universale di ogni cosa.... Con tutti quegli che parlava d ogni facoltà, pareva di egli non avesse mai fatto altro che quello di che egli ragionava. Divino era i ingegno, e divina la memoria di ogni cosa.

XXVIII. Così rendutosi illustre Tommaso per l’ampiezza del sapere non meno che per i oneslà de1 costumi, e per la prudenza nel maneggio degli affari, fu da Eugenio IV inviato suo nunzio a’ Fiorentini, e ad Alfonso re di Napoli; quindi a’ 27 di novembre del 1444 fatto vescovo di Bologna, poscia nel 1446 mandato nunzio prima in Germania, indi al duca di Borgogna, e mentre tornando a Roma era giunto a Viterbo, fatto nell’anno medesimo cardinale. Monsignor Giorgi rivoca in dubbio