Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/133

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PRIMO II7 in breve ciò che in essi ha di più importante. Erasi aperto, come a suo luogo abbiamo osservato, ne’ primi anni del secolo xiv, uno Studio generale in Trevigi, il quale poteva sminuire il concorso a quello di Padova. Perciò non sì tosto i Veneziani furon signori di questa città, tolsero a’ Trevigiani le scuole, e altra università non vollero nè loro Stati fuorchè quella di Padova. Anzi l'anno 1407 pubblicarono un ordine (*) con cui intimavasi che tutte le scuole di tutte le città dello Stato dopo il dì di S. Luca dovesser cessare, e che in avvenire non fosse lecito ad alcuno l’insegnare sorta alcuna di scienza sopra la gramatica altrove che in Padova, alla cui università assegnò il senato collo stesso decreto 4^oo ducali (Faciol. Fasti, pars 2, p. 2). Questo privilegio accordato all’università di Padova fu confermalo più volte nel corso di questo secolo dal (*) Il decreto con cui dal Senato Veneto furon vie* tate nel 1407 a’ 29 d’aprile tutte le pubbliche scuole, trattene quelle di Belle Lettere, nel lor Dominio, e fu ordinato che tutti gli studenti dovessero recarsi a Padova , è il seguente, che dall’eruditissimo sig. co. Rambaldo degli Azzoni Avvogaro canonico della cattedra! di Trevigi è stato estratto da’ pubblici registri di quella città , e trasmessomi cortesemente, In esso si ordina , quod cuncti nostri fideles et subditi, qui volunt studere. in aliqua alia Sci enti a vel facultate , quam in Grammatica , in aliquo studio, vel terra, ubi sit Studium, transacto festo S. Lucae prox. vent. non possit ire vel stare ad aliud studium, quam ad studium Par Inanimi , sub poena ducatorum 500, pro quolibet contrafaciente et qualiber vice eie. erctplando a p nardi eli s 1 colares... qui studerent vel studere vellent ultra muntcs.