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134 LIBRO

XI. Il favore che gli Sforzeschi accordarono alle scienze, fecero loro usare di ogni mezzo per rendere sempre più rinomata e fiorente quella università. Nel che segnalossi sopra ogni altro Lodovico il Moro. Il Gatti ha pubblicato un Editto di questo duca (Hist Gymn. ticin. /). 141)? de’ 19) di gennajo del 1496, in cui, dopo aver esaltata con somme lodi questa insigne università, comanda che i colleghi de’ ,giureconsulti, degli artisti, de’ medici e de’ filosofi sieno esenti da ogni gravezza. E questo è il sol monumento di questo secolo appartenente alla detta università, che ci abbia dato questo storico, il quale con esso chiude il suo libro, e ci lascia digiuni delle altre notizie ad essa spettanti, che assai più care ci sarebbono state che non i favolosi principj della medesima, su cui tanto ei si trattiene. E l’esattiss dottor Sassi avverte a ragione (De Studiis mediol, c. ()), ch’egli ha omesso di ragionare della magnifica fabbrica di quella università, che per comando del medesimo Lodovico fu eretta. Lancino Corte, poeta allora famoso, ne fa spesso onorevol menzione ne’ suoi Epigrammi (l. 2 epigr. p. 30, 31), e loda il Moro per quel superbo edificio. Rechiamone un solo, in cui descrive il concorso degli stranieri d’ogni nazione che faceasi in Pavia. Fama Ducis Sophiaeque domum delata per Orbem Laudibus innumeris et super astra tulit. Candidior fusis venit per colla capillis Germanus latiae ductus amore togae: Pannonium patrii e sedibus exulat acer , Gyomasi uni posilo qui colit urbe sago.