Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/158

Da Wikisource.

l/\J LIBllO l’orazione all’aprirsi che ivi fece la trasportata università) ed essa leggesi nel codice stesso, col titolo: Lodovici Carbonis Oratio in principio Studii Rodigensis ob Ferra ride pestati illue translati) e vi si aggiugne una lunga elegia sulla peste medesima , nella quale ne indica f anno: Mille quatercentum post sexag’simu’ ? annus Tercius, et niensis M.iju- crai mediasi Dira lues hominum membris et tabida venit Corporibus labes pestis acerba ruens, ec. Cessata poscia la peste l’anno seguente, fu richiamato lo Studio a Ferrara, e vi si celebrò quella solennissima giostra che si descrive nel citato Diario, e sulla quale si legge nel medesimo codice un componimento poetico dello stesso Carbone. E continuò poscia quella università ad essere riputata tra le più illustri d’Italia ». Il Catalogo dell’anno 1474 z pubblicato dal Borsetti (l. cit. p. 93), ci schiera innanzi cinquantaqnaltro professori in essa impiegati, a’ quali paga vasi la somma di 11047 lire5 e vi troviam molti degli uomini più famosi di questo secolo, come Felino Sandeo , Giammaria Riminaldi, Giovanni Sadoleto, Niccolò Leoniceno, Battista Guarini. Si posson vedere presso il sopraccitato storico i saggi provvedimenti dati in più occasioni a vantaggio e a gloria di questa università, e gli statuti che a regolamento di essa furon prescritti. Negli anni 1483$e 1484 la guerra e la peste costrinsero al silenzio in Ferrara le Scienze e le Muse (ib. p. 99). Ma l’anno seguente il duca Ercole I, per ritornare all’antico splendore la sua università, ordinò con suo editto