Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/186

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1^0 LIBRO durasse in perpetuo. Nella dedica di’ ei fa a Giovanni Collaurio, segretario dell’imperadore Massimiliano, delle Poesie latine del Pontano, gli rende grazie del favorire ch' egli Iacea la sua accademia , e del cortese accoglimento che fatto avea a Giovanni Fruticeno da lui a tal fine spedito a Vienna; e aggiunge, che benchè nulla si fosse ancora conchiuso, le lettere però, che avea ricevute da lui e da Matteo Longo segretario esso pure di Massimiliano, anzi dello stesso imperadore, gli faceano sperare che ogni cosa sarebbe riuscita conforme a’ suoi desiderj. Sembra che Aldo si lusingasse di ottenere o qualche imperial diploma, o, ciò che più forse premeagli , qualche soccorso di denari a vantaggio della sua accademia. Io non credo però, eh’ei vedesse le sue speranze compite 5 perciocché dedicando l’anno 1513, cioè due anni soli innanzi alla sua morte , le Poesie latine di Tito e di Ercole Strozzi a Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara, mostra di sperar da lei sola lo stabilimento della sua accademia, intorno a cui già da molti anni egli affaticavasi: Academiam, cui constituendae, jam multos annos studeo, tuis opibus, tuo solius sumptu facturam te, sinant tempora, ultro mihi receperis. Ais enim, nihil te magis cupere, (quam et placere semper Deo immortali, et juvare mortales, tam qui nunc sunt, quam nascituros omnibus seculis, relinquereque aliquid, cum e vita excesseris, quo non sine summa laude vixisse testeris. Ma anche per questa parte io penso che tutto finisse in progetti e in isperanze y e colla morte di Aldo dovette morirne