Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/187

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pniMO 1-1 ancor Faccademia, che poi risorse alcuni anni dopo ancor più gloriosa in quella clic ebbe il nome di Accademia veneziana, il ragionar della quale sarà d’altro luogo. \\1\. lo non parlo qui dell’accademia di Ferrara, che dal Quadrio (Stor. della Poes. t, 1, p, (68) si dice fondata dal marchese Leonello d’Este perciocchè, come già si è altrove avvertito , comunque sia probabile assai che questo principe amantissimo della letteratura, e che da ogni parte invitava uomini dotti alla sua corte. ne formasse un’accademia, non ne abbiam però monumento che abbastanza ce ne assicuri. Molto minor fondamento vi ha pelarvi mette re l’accademia di Forlì, che il Quadrio afferma (ib. p. 7 ») fondata da Antonio Uceo, e promossa poi da Fausto Andrelini e da altri, poichè nè di tal fatto dell’Uceo vi è menomo cenno negli scrittori che di lui parlano, nè l’Andrelini fu in Forlì in tal tempo in cui potesse concepire il pensiero. A miglior ragione mi sembra che si possa concedere tal gloria a Milano e alla corte di Lodovico Sforza. Quanto ei fosse sollecito di chiamare ad essa quanti vi avea a que’ tempi uomini per sapere e per erudizione famosi, si è già veduto. Ma pare ancora eli’ egli godesse di vederli, adunati nella sua corte, dare a vicenda pruove d’ingegno, e animarsi così l’un l’altro agli studj. Il Corio, che erane testimonio, e che nella sua Storia scritta con antica semplicità non si solleva mai sopra lo stil famigliare nel ragionar della corte di Lodovico, spiega , per così dire , le ali ed alzasi in volo. Minerva ancor lci) dice egli (Star.