Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/192

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I76 LIBRO Giustiniani (ih. cp. 8,) il prega di mandargli certe casse che prima di partire dalla Grecia aveagli inviate in alcune navi, e in cui eran racchiuse le vesti di sua moglie e molti libri. Quali essi fossero , espressamente nol dice; ma or f uno, or l’altro ne nomina in parecchie sue lettere. Ed è piacevol cosa a vedere come egli assai sovente morde e strapazza i suoi medesimi amici, se tardano oltre il dovere a rendergli i libri. Egli era amicissimo di Francesco Barbaro. E nondimeno si duole spesso con lui e con altri, perchè non mai gli rende i libri prestatigli; e nell1 ultima che su questo argomento gli scrive (l. 9), ep. 5), gli dice che già da tren11 anni que’ libri son presso di lui, e che inutilmente gli ha tante volte richiesti. In fatti morì il Barbaro senza restituirglieli, e perciò il Filelfo scrivendo a Pietro Tommasi, il prega a ripetergli dagli eredi (l. 11, ep. 54)• Col Barbaro però tenne sempre il Filelfo uno stil rispettoso. Più risentito mostrossi col Giustiniani suddetto, perchè non mai mandavagli i libri insieme colle vesti; a cui scrive, fra l’altre cose (l. 2, ep. 02), che 11011 sa intendere come siasi ostinato contro ogni legge di amicizia e di umanità a non rendergli ciò che è suo. Ma anche dal Giustiniani non potè riaverli , come raccogliamo da 1111 altra lettera che scrisse, poichè quegli fu morto (l. (3 , cp. \ 1). E veramente non so intendere per qual ragione il Barbaro e il Giustiniani, uomini di onoratezza corrispondente alla lor nascita , non volessero rendere al povero Filelfo i suoi libri; se non ’ vogliam dire che si pensasse allora di essi ,