Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/214

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ujft LIBRO p, 185), egli spese 36000 ducati. L’abate Mehus, colla testimonianza degli antichi Annali di quel convento, pruova (l. cit. p. 64, ec.) che l’anno 1444 fu compita la magnifica fabbrica di (quella biblioteca, e che vi furono allora riposti circa 400 volumi di autori parte greci, parte latini. A disporli in buon ordine, egli si valse dell’opera di Tommaso di Sarzana, da noi mentovato poc’anzi, il quale, richiestone da Cosimo, mandogli la descrizione del metodo che dovea tenersi; e questo fu poi seguito non solo in quella biblioteca, ma in quella ancora della badia di Fiesole, e in quella che raccolsero poscia Federigo duca d’Urbino e Alessandro Sforza signor di Pesaro, come racconta quel Vespasiano da noi in addietro citato (Script. Rer. ital. vol 25, p. 274). Non bastava però a Cosimo l’aver ivi riposti i libri dal Niccoli lasciati, se egli stesso non ne accresceva con lusso veramente reale la copia. I nominati scrittori fiorentini ci dicono che Cosimo mandò in Grecia, verso il 1416, Cristoforo de’ Buondelmonti prete fiorentino, acciocchè vi raccogliesse codici greci. Osservò però, che altra pruova non ne arrecano se non alcuni libri, che or si conservano nella Laurenziana, e in cui il Buondelmonti segnò il suo nome , e il luogo e il tempo in cui gli avea comperati (Mehus Vita Ambr. camald. p. 3-8); il clic ci indica bensì che que’ libri dalle mani del Buondelmonti passarono in ((quelle de’ Medici; ma non ci pruova, per quanto a me pare, ch’ei fosse a tal fine spedito in Grecia da Cosimo; anzi ei vi andò, come si