Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/237

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PRIMO 221 trovollo nella sua biblioteca in atto di disputare coi dotti di’ ivi solevano radunarsi. Nè minor sollecitudine in renderla sempre più copiosa dovette aver Ferdinando figliuolo e successore d’Alfonso) e assai benemerito egli ancor delle lettere in quelle provincie. Ma nelle guerre che negli ultimi anni di questo secolo desolaron quel regno, questa biblioteca entrò a parte de’' danni in cui ogni cosa fu involta. Quando il re Carlo VIII, occupato il regno e la città di Napoli, dovette poscia fra pochi mesi partirne e abbandonare 1 Italia, seco recò gran parte de’ libri di quella insigne biblioteca. Io non citerò altra testimonianza che quella de’ compilatori del Catalogo della biblioteca del re di Francia , mentovati poc' anzi , i quali nella memoria istorica , ad esso premessa , intorno all1 origine e alle vicende di quella real biblioteca , confessano eh1 ella fu non poco accresciuta dai libri che Carlo VIII trasportar fece da Napoli alla sua corte (p. 8); e aggiungono che ancor vi si veggono le insegne di que’ sovrani , ovver de’ baroni del regno, a cui prima appartenevan que’ libri, e dalle cui mani o per confisca, o per compera , o per altro diritto eran poscia passati nella biblioteca de’ re di Napoli. Il Muratori fa ancor menzione (Script. rer. ital. t.:2, pars 2, p 769) di un pregevolissimo codice che conteneva le carte del monastero di Casauria , che al tempo medesimo fu per comando di Carlo VIII trasportato in Francia. XXII Uguale fu il destino di quella che nel! università di Pavia avean formata i Visconti.