Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/284

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268 LIBRO Abbiamo in fatti nella Cronaca di Teodorico da Niem, citata ancor dal Rinaldi (Ann. eccl, ad an. 1404 n• 1)j che al principio dell’anno 1404 avea il pontefice risoluto di recarsi a que’ bagni, e che perciò avea ordinato che alcune galee venissero a tal fine da diversi luoghi, e nominatamente da Ancona fino a Roma; benchè poscia veggendo che alla nuova di questo viaggio erasi alquanto ingelosito il re Ladislao, ne deponesse il pensiero. Poichè il giovinetto Ciriaco fu tornato in Ancona, veggendo l’avolo stesso che le carezze materne potevano di leggieri ammollirlo di troppo, ed essendo allora quella città tutta rivolta al commercio, il pose per sette anni, essendo egli allora nel xiv di età, preso un certo Pietro ricco mercante, perchè ivi si addestrasse all’arte di trafficare. Ciriaco allora si volse allo studio dell’aritmetica, e anche della geometria, per tal modo e con sì felice successo, che senza maestro alcuno si rese in quelle scienze, e in tutto ciò che appartiene al commercio, espertissimo * talché, passati appena due anni, Pietro, per attendere più seriamente a’ pubblici affari, abbandonò a Ciriaco tutto il pensiero non sol del traffico, ma ancora de’ suoi poderi. Mentre egli occupavasi di tal maniera nella mercatura, prima ancor di giungere all’età dalle leggi prescritta, fu eletto tra’ sei che presiedevano al governo della città, e poscia fatto ancor senatore. Così giunse Ciriaco all’età di ventini anni circa il 1412. Quando, passato il tempo eli’ egli avea pattuito di star con Pietro, tornossene a vivere colla madre. Ma insofferente dell’ozio, e avido