Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/305

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PRIMO 2 8t) in cui è nominata la biblioteca (di Plinio, e (di cui Ciriaco fu il primo a darci una fedel descrizione , ei passa a Novara, ad Arona e ad Anghiera sul Lago Maggiore, e a Vercelli; e quindi, tornato a Milano, parte per Como , accompagnato con una lettera di Giovanni Toscanella a Baldassarre da Modena dottissimo canonista, che allor trovavasi in Como, nella quale gli raccomanda Ciriaco, e gliene dice gran lodi. Egli stesso l’ha inserita in questa sua opera (p. 44)• Nel viaggio passa per Monza, di cui diligentemente descrive le antichità non solo, ma ancora il tesoro della regina Teodolinda. Arrivato a Como, e osservati ivi pure i monumenti antichi, si avanza sul lago per vedere singolarmente il fonte di Plinio. Si reca poscia a Lodi, e ritorna a Milano, ove il veggiamo nel primo giorno dell’anno 1443 La malattia del Cardinal Banda, che poi il tolse di vita in Castiglione sua patria, borgo presso Varese nella diocesi di Milano, diede occasione a Ciriaco di visitare le antichità ancor di que’ luoghi e di altri circonvicini. Morto poscia il cardinale, senza ripassar per Milano, andossene a Cremona, a Mantova, a Faenza, a Rimini, e indi al campo di Alfonso re di Napoli , che allora assediava Ascoli nella Marca (p. (64) , e di là probabilmente fece ritorno ad Ancona. A questo suo viaggio egli aggiugne ancora alcune iscrizioni che il suo amico Giovanni Toscanella vedute avea in Brescia e in Toscanella (p. (35). TlIUBOSCHl, Voi. VII. »9