Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/31

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PRIMO l5 Ma i Genovesi chiamati in soccorso dal re Renato, e venuti con lui a battaglia navale, ne sconfisser l’armata, e lui stesso fecer prigione insieme con Giovanni re di Navarra e altri potenti signori. Egli inviato a Milano, e consegnato al duca Filippo Maria, adoperossi sì destramente, che in poco tempo n’ebbe la libertà, e tornato di nuovo a tentare la sospirata conquista, ottenne finalmente l’anno 1443 avcr soggetto tutto quel regno, e Renato dovette tornarsene in Francia. Io non rammenterò qui le continue guerre da questo principe mosse or contro gli uni, or contro gli altri, e singolarmente contro de’ Genovesi, i quali però seppero col valore non meno che colla destrezza sostenere gli sforzi di sì potente nemico. E appunto mentre era più animato contro di essi, ei venne a morte l’anno 1458. Principe valoroso, saggio ed accorto, e insieme gran protettore de’ letterati, come vedremo nel capo seguente, ma al tempo medesimo odioso a’ suoi non meno che agli stranieri pe’ suoi corrotti costumi, per la soverchia ambizione, e per l’eccessive gravezze imposte a’ suoi popoli. Ferdinando suo figliuol naturale, ma già legittimato, fu da lui eletto a succedergli nel regno di Napoli; que’ di Sicilia, d’Aragona e di Sardegna toccarono a Giovanni fratello dello stesso Alfonso. Ferdinando ebbe assai lungo regno, e di assai varie vicende. Ma molto maggiori furono quelle che nello stesso regno si videro dopo l’anno 1494 Prima però di parlarne, ci convien dire qui brevemente di un’altra famiglia che andavasi intanto, benché lentamente)