Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/321

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PIUMO 3o5 pidibus cjrscriptorum ad splendisi imum vi rum Andre ani Mantegriam Patavum Pictorem incomparabilem liber incipit. La qual lettera , con qualche altro frammento , è stata da lui medesimo pubblicata (ib. p. 519). Dal titolo di essa, com’egli avverte, è nato l’error del Fabricio (Bibl. lat. l. 4 c. 5) e di altri, che hanno affermato essere stato il Mantegna un de’ primi a far raccolta di tai monumenti. Lo stesso marchese Ma Ilei reca ottimi argomenti a provare che altri raccoglitori d’iscrizioni, e singolarmente il suddetto Ferrarini, il Marcanuova e il Bologni, de’ quali diremo fra poco , molto si son giovati delle fatiche del Feliciano. A lui dobbiamo il bel codice trigiviano , di cui abbiamo fatto uso nel favellar di Ciriaco. Al fin di esso si hanno due lettere dello stesso Felice, nelle quali racconta l’aggirarsi ch’ei fece con Andrea Mantegna, con Samuello da Tradate e con altri per varj luoghi presso al lago di Garda, raccogliendone i monumenti, e la festa che si fece per la loro scoperta; e molte iscrizioni ivi si arrecano in que’ contorni osservate. Egli fu ancora poeta italiano , e il mentovato marchese Maffei rammenta alcuni codici di rime da lui composte» e di altre da lui copiate; e una Raccolta di antiche rime da lui compilata era pure presso Apostolo Zeno (Note al Fontan, t. 2, p. 3). Ma fra questi bei pregi, ebbe ancora Felice una non leggiera taccia , cioè di andar follemente perduto dietro l’alchimia. Così abbiamo nelle Novelle Porretane di Sabadino degli Arienti bolognese. Voi Tuia boschi , Voi. VII. 20