Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/371

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primo * 355 incontro meno infelice. Ma perchè parve che ei pretendesse troppo, chiedendo di esser fatto ammiraglio e vicerè perpetuo ed ereditario de’ paesi che avesse scoperti, rimase anche allor senza effetto. Qual fermezza chiedeasi a non ributtarsi a tante ripulse? Egli era più fermo che mai di abbandonare la Spagna. Trattenutone un’altra volta dalle preghiere del religioso suddetto e di alcuni altri, si tentò di nuovo d’indurre la reina Isabella a secondare le idee del Colombo; e di nuovo fu inutile il tentativo. Egli dunque era già arrivato al porto di Pinos, e pronto ad andarsene. Quando caduta frattanto Granata in potere degli Spagnuoli, fra la gioia di sì gloriosa conquista, rinnovato alla reina il progetto del Colombo , fu finalmente adottato, ed egli richiamato alla corte, e accoltovi con sommo onore, ebbe finalmente lettere patenti,

colle quali egli era dichiarato ammiraglio perpetuo ed ereditario in tutte le isole e terre che

gli avvenisse di discoprire, e vicerè e governatore degli stessi paesi, e gli si accordava che a lui toccasse la decima di tutto ciò che da’ paesi scoperti si riportasse, oltre il rimborso delle spese, rimanendo il restante a vantaggio de’ sovrani, e ch’egli potesse contribuire per l’ottava parte alle spese dell’armamento, e riceverne il corrispondente guadagno (*). (*) Anche la gloria del Colombo si è veduta sminuire dal sig. ab. Larapillas (p. 253), il quale non pago di aver rinnovato i dubbj sulle carte di quel piloto spagnuolo, di cui si pretende, senza alcun liinduinrnto, h’ei facesse uso, crede di aver trovato un fortissimo argomento per dimostrare che il Colombo si tornì ni