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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/370

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354 LI P RO vi furono considerate non altrimente che sogni. Più favorevole parve l’accoglimento ch’egli ebbe alla corte di Portogallo, ove il re Giovanni II nominò alcuni commissarj che esaminassero ciò che dal Colombo si progettava. Ma essi, mentre fingono di ponderare maturamente ogni cosa, armata segretamente una caravella, e date al piloto le carte medesime del Colombo, gli ordinarono d’innoltrarsi in mare. Egli però troppo inesperto ed inabile a sì grande impresa , al primo impeto di venti contrarj diede addietro, e tornossene in Portogallo. Il Colombo sdegnato di un tal procedere , abbandonò occultamente quel regno, e mandato Bartolommeo suo fratello in Inghilterra a proporre a quella corte la scoperta del nuovo mondo, egli andossene a Cordova, ove allora trovavasi la corte di Spagna. Non v’ebbe mezzo di cui ei non usasse per condurre molti di que’ che aveano maggior potere ne’ suoi disegni; e alcuni di fatto presero a favorirlo. Ma ciò non ostante nulla si potè ottenere; e dopo cinque anni d’indugio non ebbe altra risposta, se non che la Spagna era allora troppo occupata nella guerra contro de’ Mori per pensare ad altre spese. Rigettato da questa corte, si volse a quella di Francia, ove scrisse proponendo le sue idee, ma appena vi fu chi le degnasse di un breve pensiero. Disponevasi egli a partire per l’Inghilterra, donde già da più anni non avea ricevuta nuova alcuna di suo fratello. Ma trattenuto in Ispagna da f Giovanni Perez di Marchena francescano, soffrì che di nuovo si proponesse a quella corte il suo progetto. Esso vi ebbe allora un