Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/393

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primo ’ 377 lascio di raccontare (l. cit p. 45). Parole che indican nel Vespucci qualche sentimento di gelosia contro il primo discopritore del nuovo mondo. Gli scrittori spagnuoli e, dopo essi, gli autori della Storia dei Viaggi raccontano stesamente i dissapori che nacquero nell’Isola Spagnuola tra l’Ojeda e ’l Colombo (giacchè del Vespucci appena essi fanno parola), e incolpano il primo che volle usare d’autorità in quelle provincie, le quali interamente dipendevano dal secondo. Tra le due relazioni del secondo viaggio vi ha qualche diversità nel racconto; ma forse o nell’una o nell’altra son corsi errori per negligenza de’ copisti. Ciò che più in esse dispiace, si è che il Vespucci comunemente non nomina i luoghi da lui veduti, se non col general nome di porto, d’isola, ec., il che rende queste relazioni assai men vantaggiose alla geografia, che non sarebbono, se l’autore segnasse più distintamente i luoghi de’ quali ragiona.

XXIII. I due altri viaggi furon dal Vespucci intrapresi pel re di Portogallo. Perciocchè racconta egli stesso (ib. p. 46) che stando egli in Siviglia, il re Manuello mandò replicatamente invitandolo alla sua corte, e di’egli finalmente si lasciò indurre a secondarne le istanze, e partito segretamente dalla stessa città, giunse a Lisbona, e fu da quel re destinato ad andar con tre navi alla scoperta di nuove provincie. Narra poscia i successi di questa navigazione intrapresa nel maggio del 15oi , il cui esito, secondo lui , fu la scoperta del Brasile; provincia che, benchè da lui non si nomini, operò