Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/422

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4o6 LIBRO ila essi lasciato abbagliare, e che in essi avea serbata la primiera innocenza ed austerità di costume. Per ciò che appartiene agli studj, poco abbiamo de’ libri da lui composti , e nulla , io credo, alle stampe, come avverte il conte Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 1 , par. 1, p. 281), il quale annovera le poche opere che dagli scrittor bolognesi gli vengon attribuite. Ma se in altro ei non avesse giovato alle lettere, che col tener lungamente alla sua corte e coll’ajutare ne’ loro studj due che poi divennero non sol dottissimi uomini, ma famosi pontefici , cioè Niccolò V e Pio II, gli si dovrebbe per ciò solamente luogo onorevole- in questa Storia. Il co. Mazzuchelli aggiugne eli' ei tenne ancora presso di sè Francesco Filelfo; ma di ciò non trovo menzione nelle opere di questo scrittore, e di que’ che di lui ci han ragionato.

XI. Del Cardinal Cesarini abbiamo un’antica Vita scritta da quel Vespasiano fiorentino più volte da noi mentovato, e pubblicata dall’Ughelli (Ital. Sacra , t. 3 in ep. Grosset). Inoltre nella Laurenziana in Firenze si ha manoscritta l’Orazione che il Poggio recitò in lode di esso, quando se ne intese la morte, di cui alcuni tratti sono stati dati alla luce dall1 ab. Mchus (Vita Ambra camald. p. 4,9 ec.). Giuliano era nato in Roma di famiglia, secondo il Poggio, antica ma povera, il che confermasi da Vespasiano con dire che essendo ei cardinale, e ricordandosi della difficoltà ch’egli avea provato nel coltivare gli studj, se avvenivagli di trovare qualche povero giovinetto che avesse abilità per le lettere, soleva provvederlo di