Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/485

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SECONDO 4&) de’ Minori; intorno a cui accennerò solamente quel Martino fiorentino rammentato dal padre Negri (Script fiorent. p. 597), autor di un Fascetto di Cronache del suo Ordine fino al 1486, che non ha mai veduta la luce. Già abbiam veduto che Ambrogio da Cora agostiniano scrisse degli Uomini celebri del suo Ordine; e una Storia delle cose illustri operate per otto secoli da’ religiosi di esso avea parimente scritta F. Mariano da Genazzano, famoso predicatore di questi tempi, di cui altrove dovrem ragionare; ma non si sa che sia di essa avvenuto. Paolo Olmi bergamasco, prima canonico in patria, poi agostiniano della Congregazione di Lombardia, onorato in essa di varie cariche, e di quella ancora di vicario generale, e morto nel 1484 oltre le Vite di alcune Serve di Dio, mentovate dal Zeno (Diss. voss. t. 2, p. 47 , ec.), pubblicò ancora nel 1479 in Roma un' Apologia del suo Ordine. Finalmente Paolo Atta vanti dell1 Ordine de1 Servi di Maria. oltre qualche altro libro alla storia del suo Ordine appartenente, scrisse un Dialogo latino intorno all1 origine del medesimo, il qual però non fu dato alle stampe che nell'anno 1727 in Parma. Ma di questo scrittore ci riserbiamo a parlare ove tratteremo dell’indole dell1 eloquenza sacra, e degli oratori di questo secolo. Noi dobbiamo ora passare a ragionar di coloro che hanno illustrato scrivendo qualche parte più interessante della storia ecclesiastica (*). (*) La Congregazione de’ Canonici regolari di S. Salvadore ebbe essa ancora e uno storico c un apo’ogista