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SECONDO 4^5 Euslocliio segretario della Repubblica veneta , tutti membri della famosa accademia di Pomponio Leto.

XXXV. E veramente fu il Platina uno de’ più dotti uomini che allor vivessero. Le Vite de’ romani Pontefici da lui scritte, delle quali singolarmente qui dobbiamo parlare, oltre l’esser distese con eleganza e con energia di stile per que’ tempi non ordinaria, cominciano ancora a darci qualche esempio di buona critica. Egli spesso esamina, dubita, congettura. Cita monumenti antichi, rigetta gli altrui errori. Ne commette egli ancora parecchi, principalmente ne’ tempi antichi. Ma qual maraviglia, se essendo il primo, per così dire, il quale abbia ardito di sospettare che gli altri scrittori si fossero ingannati, siasi talvolta lasciato trasportare dalla corrente? Si vede che egli talora conosce il vero, ma non osa dichiararlo liberamente. Veggasi, a cagion d’esempio, com’egli parla della papessa Giovanna (in Jeanne I III). Racconta il fatto come raccontasi da altri, e come allor si credeva comunemente, e poscia così conchiude: Haec. quae dixi, vulgoferuntur, incertis tamen etobscuris auctoribus, quae ideo ponere breviter et nude institui, ne obstinate nimium et pertinaciter omisisse videar, quod fere omnes affirmant Erremus etiam nos in hac re cum vulgo, quamquam apparet ea, quae dixi, ex his esse, quae fieri posse creduntur. Quindi possiamo a giusta ragione inferire che se il Platina fosse vissuto a tempi migliori, sarebbe stato un perfetto ed esattissimo storico. Ciò che non gli si può perdonare, si è la k