Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/492

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47* LIBRO malignità e il livore con cui ad ogni occasione ragiona ora generalmente de’ pontefici de’ suoi tempi, ora nominatamente di Paolo II, cui egli intende di mordere, ancor quando nol! nomina. Era troppo profondamente impressa nel cuor del Platina la prigionia, a cui due volte, come altrove si è detto, l’aveva quel pontefice condennato. Ma ei sarebbe stato più degno di lode, se avesse con una saggia moderazione scritto di quel medesimo papa, da cui dolevasi di aver ricevuto sì gravi offese. La Vita di Paolo II è l’ultima di quelle che furono scritte dal Platina. Alcuni il fanno ancora autore di un frammento di Vita di Sisto IV, pubblicato dal Panvinio, e poscia dal Muratori (Script. Rer. ital. t. 3 , pars 2, p. 1053), il quale lascia questo punto indeciso 5 e forse non vi ha ragione nè ad affermarlo , nè a negarlo (a). Molte altre opere abbiamo di questo dotto ed indefesso scrittore, tra le quali parecchie appartengono a filosofia morale, come i dialoghi De falso et vero bono, e quelli Contra amores, De vera nobilitate, e De optimo cive: altre son lettere agli amici, e orazioni dette in diverse occasioni; altre son di argomento storico, come la Storia di Mantova, di cui diremo altrove, la Vita del Cardinal Giambatista Mellini, che leggesi nell1 opera del Ciaconio, (quella di Neri Capponi, pubblicata dal Muratori (ib. vol. 20, p. 479)? c quella (a) A credere d Platina autore del frammento della Vita di Sisto IV, si oppone il nominar che fa l'autor di essa come s.io precettore Giovanni Argiropulo (l. cit. p. 10^), il « he è difficile a spiegare come si possa intender del Platina.