Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/506

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490 LIBRO pericoloso cimento, di cui ci descrive la celebrità e la pompa, dicendo che vi eran presenti forse più di ottocento religiosi agostiniani raunati pel capitolo generale di Bologna, e con essi il Cardinal Albergati. L’esito della disputa, se crediamo al Morando, fu poco favorevole a Paolo; perciocchè sostenendo questi il sentimento di Averroe intorno alle potenze dell’anima, il Fava l’avviluppò e strinse per modo, che Paolo andavasi contorcendo, e contraddicendo a se stesso per liberarsi da sì potente avversario. Ugo allora, interrompendo l’universale silenzio, ad alta voce esclamò: Il Fava dice il vero; e tu, o Paolo, sei vinto. A cui Paolo sdegnato, Dio buono! rispose tosto, ecco che Erode e Pilato son divenuti amici. All’udir ciò sollevossi sì alto riso, che quasi fu sciolta la disputa. Così il Morando. Forse però il desiderio di esaltare la gloria di un loro concittadino fece in questo racconto esagerare alquanto le cose a’ due citati scrittori; poichè è certo che Paolo Veneto e allora e poscia fu avuto in conto di uomo dottissimo. La Logica ossia la Dialettica di Paolo fu sì pregiata, che nell’università di Padova si fece ordine Panno i4))6 che essa dovesse esser letta pubblicamente (Facciol. Fasti, pars 2, p. 118). Veggiamo in fatti che uno dei primi libri che, introdotta la stampa, con essa si pubblicassero, fu la detta Logica stampata in Milano nel 1 \-\ (Saxius Hist. Typog. Mediol. p. 1.47, 061), e due anni appresso si pubblicarono ivi pure le Summulae Rerum Naturali uni (il. p 565), che contengono il Cemento di Aristotile sopra