Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/605

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Jidosi (Dott.forast. p. iy) che lo dice profesgore d’astronomia in Bologna dal 14^4 (cioè quando il Novara non avea che 20 anni di clà) fino al 151 q, nel qual anno morì. O l’uno, o l’altro di questi scrittori si son dunque ingannati; ma io non trovo tai monumenti che ci mostrino chi abbia colto nel vero. Il lungo soggiorno di Domenico Maria in Bologna è certo sì per l’iscrizion sepolcrale ivi postagli nella chiesa dell’Annunziata, che dall’Alidosi medesimo si riferisce, sì per la testimonianza di Giorgio Giochino Retico scolaro e compagno indivisibile del Copernico. A questo scrittore dobbiam la notizia di ciò che più d’ogni cosa è glorioso a Domenico Maria, cioè di aver avuto non solo a suo scolaro, ma ancora a compagno nelle sue osservazioni astronomiche il detto Copernico, e inoltre dell’essere stato il Copernico in età ancor giovanile professore di astronomia in Roma, e di avere ivi avuto concorso grandissimo di scolari e di ragguardevoli personaggi. Rechiamo la stesse parole di questo scrittore, che alla nostra Italia son troppo onorevoli, perchè non debbano essere a questo luogo inserite: Cum D. Doctor incus, dice egli parlando del Copernico (Narrat, de Copern, ec.) Bononiae non tam discipulus quam adjutor et testis observationum doctissimi viri Dominici Mariae, Romae autem (circa annum Domini MD natus annos plusminus vi giriti septem, Professor Mathe matum, in magna scolasticorum frequentia , et corona magnorum virorum et Artificum in hac doctrinae genere, deinde hic Varmiae suis vacans studiis summa cura observationes