Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/615

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SECONDO O99 sull’Opere di Manilio, 1111 opuscolo intitolato T!’metatus A s teologie us electionum, al (fine del quale si legge: perfectum Romae duodecima Maii anno incarn. 1489 per Laurentium Bonincrontrium Astrologum Miniantensem; un altro De revolutionibus annorum, i tre libri Rerum Naturalium et Divinarum, sive de Rebus Coelestibus, oltre alcune altre che si conservano manoscritte (*). I tre libri suddetti si possono ancor riferire tra le opere poetiche, poichè sono scritte in versi esametri, e in essi con intreccio assai capriccioso, dopo aver dato un compendio della Religion cristiana , entra nelle follie astrologie he, congiunte però ad alcune buone dottrine di geografia e cT astronomia. Lo stile non è incolto, e talvolta ancora è elegante. Udiamo il principio della dedica eli’ egli ne fa al re Ferdinando di Napoli figliuolo del re Alfonso: In nova tentantem deducere carmina Musas , Atque aperire viam verae rationis et artis, Te regum, Fernande, precor, justissime Princeps, Qui quondam tanto bellorum turbine pressus Invicta fortunae ictus virtute tulisti, Flecte animum , vatemque tuum ne desere, ec. (*) II ch. sig. canonico Bandini ci dà notizia di un poeta anonimo, di cui nella Laurcnziana conservasi un poema de Rebus Naturalibus diviso in sei libri, e di ciascheduno di essi ci dà un saggio ne’ primi e negli ultimi versi (Cat. Cod. lai. Bibl. Laurent, t. iyp. 173, ec.). Il confronto ch’io ne ho fatto, mi ha dato a conoscere che gli ultimi tre libri sono appunto i tre libri di Lorenzo Buonincontri, che abbiamo alle stampe , e che da me qui si acceunano, intitolati Rerum naturalium et caelestium.