Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/62

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46 LIBRO Hieronymo Castellano praestantior? Dies me. certe deficier, Illustrissime Princeps, si cunctos excellentes viros, qui hac tempestate tuam urbem incolunt, aut illorum virtutes persequi velim, qui sane illam non incolerent, nisi te solum hac nostra aetate intuerentur, qui, cum probe noris virtutem vitae mortalium ducem esse, praestantes doctrina viros sublevares, et ab inerti otio ad legendi atque scribendi negotium traduceres. Itaque numquam satis pro meritis tua probitas ac virtus laudari poterit, quae cum omnem anteactam vitam variis disciplinis impenderit, nunc et doctis faveat viris, et sua munificentia reliquos ad eamdem invitet virtutis aemulationem. Nè deesi qui passare sotto silenzio il poc’anzi accennato Lodovico Casella le-i del ministro non solo di Borso, ma di Leonello ancora, e di Niccolò loro padre. In questa biblioteca Estense conservasi manoscritta l’orazione che nell esequie di lui recitò Lodovico Carbone, nella quale, fra le molte virtù che celebra nel Casella, esaltane, fra le altre, la liberalità di cui usava in favore de’ dotti, e la premura con cui avvivava ogni sorta di studi. Tra le Lettere del Filelfo ne abbiam molte a lui scritte (l. 1 o, cp. 9) l. 11 , ep. 11; l. 12, ep. 9, 52 , 633 l. 13, ep. 9; l. 14, ep. 15, 19, 24 , ec. ec.), le quali sono una nuova testimonianza della protezione che il Casella accordava alle scienze. In una, fra le altre, gli rende grazie per la singolar cortesia con cui nel suo passaggio per Ferrara avealo accolto l. 11 , ep. 23). In un’altra, con quella franchezza che propria fu del Filelfo, il prega,