Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/63

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PIIIMO 4 7 come già si è accennato, a ottenergli ila Boi so ducento scudi che gli son necessarj per dotare una sua figlia (l. 13, ep. 17). Finalmente nell1 antico Diario ferrarese, pubblicato dal Muratori , dopo narratane la morte che avvenne a’ 16 di aprile del 1469 e dopo descritto il magnifico funerale che per ordine del duca Borso gli fu celebrato, per cui si chiuser le botteghe tutte e le scuole, e a cui intervennero i principi della famiglia ducale, e il duca medesimo, gli si fa questo glorioso elogio, che io riferirò colle stesse, benchè rozze, espressioni di quello storico (Script. Rer. ital. vol. 24, p. 221). La • morte di costui dolse forte a tutto il popolo, perchè lui era sommamente amato, per essere bello parlatore., bello di aspetto; dava ad ogni homo buone parole, et mai malcontento alcuno da lui non se ne partiva; non curava di robe nè di pompe. Costui in Poesia dottissimo, in facti di stato ne sapea quello, che fusse possibile a sapere. Costui refugio de’ poveri huomini. Costui fu amato sommamente dal prefacto Duca, et per essere andato lui in persona al corpo, si pol presumere, perchè la Casa d’Este ad alcuno suo suddito mai non andò al corpo ,* et tanto più che dicto Lodovico non era Gentilhomo , ma dalla Villa delle Caselle del Polesine de Rovigo. Et facto ogni cosa fu posto nell1 Arca sua in lo Chiostro de’ Frati, et lì sta; li Gcntilhomini lo porlorno a se peli re. La doglia, che ne have il prefacto Signore, non te dico , perchè lo amava più che fratello; che lo havesse; et venne da la Filla di Consan doli a Ferrara per essere al corpo; poi il Marte