Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/629

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SECONDO tl3 da lui composto nel medesimo tempo in Milano j c dopo esso un altro trattato sopra la misura de’ corpi regolari scritto aneli’ esso in italiano, ma intitolato latinamente: Libellum in tres partiales tractatus divinus, quinque corporum regularium et dependentium active perscrutationis. Ei si affaticò finalmente intorno ad Euclide, e il recò in lingua italiana, come egli stesso ci assicura nella lettera a Pietro Soderini già da noi mentovato: Accessit nunc ad eam curam , ut confluente studiosorum copia Megarensis Euclidis elementa lingua patria donare coactus sim: cessit idy Diis bene juvanti bus, felicissime. Questa versione io non trovo che sia mai stata stampata, benchè ciò si affermi dall’Argelati (Bibl. dei Volgarizzat t. 2, p. 47) che la confonde colla Somma di Aritmetica e Geometria già rammentata. Ben abbiamo alle stampe la versione latina d’Euclide fatta due secoli prima da Campano novarese, ed emendata poscia e illustrata con note dal Pacioli; la qual edizione fu fatta in Venezia nel 1509. Intorno alle quali opere io mi son trattenuto più che non sembri convenire all’idea di questa mia Storia, perchè non ho trovato chi ne ragioni con qualche esattezza; ed essendo il Pacioli stato uno de’ primi ristoratori delle matematiche scienze, era ben conveniente che io cercassi di rischiarare con diligenza ciò che a lui appartiene. Ei però non fu il solo scrittore di tale argomento. Un trattato d’Aritmetica di Pietro Borgo veneziano fu stampato in Venezia l’anno 1484 Il conte MazZucchelli dubita qual fosse la patria di