Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/634

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6l8 LIBRO un antico codice, fu creduto, ed essa si ebbe per dieci anni, in cui girò per le mani di molti, cioè finchè egli giunse a trenta di età, per opera di antico autore. Finalmente avendo egli compiuti gli studj de’ Canoni, ed avendo ricevuto la laurea el sacerdozio, aureo anulo, et flamine donatus, la ritoccò e corresse, e come sua divolgolla. E questa Commedia, dice egli, che quando credevasi antica, benchè fosse guasta e scorretta, era ammirata, or ch’io ne sono scoperto autore, benchè sia assai più emendata, vien disprezzata e derisa. Questa narrazione dell'Alberti finora non osservata , eli io sappia, da alcuno, ci scuopre l’origine dell’errore che fu poi preso da Aldo Manuzio il giovane, che nel 1588 pubblicò questa Commedia sotto il nome di Lepido comico poeta antico, e trasse più altri in errore. Ed essa pruova insiem chiaramente che l’Alberti ne fu veramente, come altri ancora han già osservato, l’autore. Nel codice Estense essa è dedicata al marchese Leonello d’Este. Del resto non è maraviglia che essa fosse allora creduta opera di antico scrittore; perché, comunque scritta in prosa, ha nondimeno alquanto dello stile de’ comici antichi, e pruova lo studio che l’Alberti avea fatto nella lingua latina. XLII Continuava egli frattanto i suoi studj, quando, come racconta l’anonimo, fu preso da una mortal malattia che gli indebolì le forze e la mente per modo, che spesso non si ricordava de’ nomi de’ suoi più cari amici. Quindi a persuasione de’ medici, lasciati gli studj ne’ quali era d’uopo affaticar la memoria, si volse