Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/647

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SECONDO 631 tmim, Sigismunde Pandulphe , qua pilae aeneae tormentarii pulveris plenae cum fungi aridi fomite urentis emittuntur (l. 10). La figura aggiuntavi ci rappresenta appunto una bomba, ma non si vede il mortaio, e in vece di esso vi ha prima un cannone ordinario, poscia un altro composto di due uniti insieme ad angolo retto, e colla bocca perciò perpendicolarmente rivolta al cielo. Quindi non dee differirsi, come fassi comunemente, l’invenzione della bomba alla guerra di Napoli a’ tempi di Carlo VIII, o a quelle di Fiandra verso la fine del secol seguente. Quanto a’ cannoni e ad altre macchine somiglianti, dette generalmente bombarde, le quali da alcuni diconsi usata la prima volta nella guerra di Chiozza l’anno 1379), il Muratori ha provato che fin da’ tempi del Petrarca, e verso il 1344 (Antichità ital. t. 1, p. 372) essi erano usati, poichè egli chiaramente ne parla ne’ suoi libri del Rimedj dell’una e dell’altra fortuna (dial. 99). Anzi il Chaufepiè ha dimostrato (Dict. t. 1, art. Bacon.) che la polvere a fuoco era nota fin da’ tempi di Bacone nel secolo XIII, e forse ancor molto prima. Ma io non debbo trattenermi a favellare del ritrovamento di cosa in cui non veggo argomento a conchiudere che avesse parte l’Italia. Ben deesi ad essa un altro militare ritrovamento, cioè quel delle mine. Il ch. proposto Rinaldo Reposati afferma (Della Zecca di Gubbio, t. 1, p. 265) che nella biblioteca dell’accademia di Siena conservasi un’opera originale di Francesco Giorgio sanese architetto di Federigo duca d’Urbino verso il 1480, in cui egli descrive questo suo ritrovato, e dice