Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/67

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primo 5i Ja lui a sue spese forniate. Noi vedrem parimente che quando i Greci si rifugiarono in Italia , molti di que’ tra loro che celebri erano per sapere, furon da Cosimo accolti, mantenuti, onorati. Quindi a giusta ragione, per tacere d’infiniti altri scrittori, Biondo Flavio, che scriveva allora la sua Italia Illustrata, fa un grandissimo elogio di Cosimo tuttor vivente, dicendo che fra gli uomini dotti che sono in Firenze, ella si gloria Cosmo in primis Mediceo , quem omnes totius Europae cives opum affluentia superantem, prudentia , humanitas , liberalitas, et quod nos maxime ad ejus laudes incitat, bonarum artium, praesertim historiarum, periti a cclebrcm reddunt (Ital. Illustr. p. 53, ed. Taur. 1527). E quindi, dopo averne nominato i figli, rammenta le magnifiche fabbriche da Cosimo innalzate, la biblioteca da lui aperta, il palazzo in cui egli stesso abitava, di cui dice che non ha veduto in Roma fra i più superbi avanzi d’antichità cosa che gli possa stare al confronto. Veggansi altri simili elogi renduti a Cosimo, e raccolti dall' ab. Mehus (l. cit.), e dal canonico Bandini (Specimen liter. Fior. I. i , , ec.); e vedasi innoltre ciò che di lui più ampiamente ha scritto il sig. Giuseppe Bianchini da Prato nella sua opera Dei Gran Duchi di Toscana (*).

(*) Agli elogi qui accennati del gran Cosimo de’ Medici, si può aggiugnere quello che non è inferiore ad alcuno, con cui Francesco Aretino gli offre la sua versione delle Omelie di S. Giovanni Grisostomo sul Vangelo di S. Giovanni.