Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/110

Da Wikisource.

7^2 Libilo un Breve del dello pontefice Giovanni XXIII in dala de’ 15 agosto del 1410? m Cl“ concede amplissima autorità a Jacopo per acchetare le differenze insorte, dice egli, tra la Sede apostolica e la città di Forlì. Ma io rifletto che in questo breve si dice Jacopo destinato causa reformandi, et adpacem ac tranquillitatis dulcedinem reducendi fidelissimam Patriam Fori Julii, col qual nome io non ho mai veduta indicarsi la città di Forlì, ma bensì la provincia del Friuli, soggetta allora al patriarca d’Aquileia, e sulla quale perciò credeva il pontefice di poter esercitare l’autorità sua. Ei non lasciava frattanto di pensare a’ vantaggi della università di Bologna, e fu un di quelli che adoperaronsi, benchè senza effetto, perchè Gasparino Barzizza fosse ad essa chiamato, di che abbiamo in pruova la lettera che questi su ciò gli scrisse nel 1411 (Barz. Epist. p. 127). Ma presto ei dovette volgere il pensiero a più gravi affari. Avea Bologna lo stesso anno j 411 scosso di nuovo il giogo del papa, e posta si era sotto il governo del popolo. L’Isolani insieme con alcuni altri formò l’anno seguente il disegno di ritornarla all’ubbidienza della Chiesa, e l’ottenne felicemente nel modo che si narra nell’antica Cronaca italiana (l. cit. p. 601) e da tutti i più recenti scrittori. Nè mancò a Jacopo la mercede del fedel servigio da lui prestato alla Chiesa. Perciocchè Giovanni XXIII venuto nel 1413 a Bologna a’ 13 di novembre, come si legge nell’antica Cronaca italiana (l. cit p. 603),fece Cardinale Messer Jacopo de’ Isolani, come aveagli promesso di fare per cagion di avergli fatto