Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/154

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79^ LIBRO costretti a cercare altra stanza. Fra essi il più celebre è Jacopo professore in Pavia e in Ferrara, di cui il Panciroli dice di aver vedute alcune opere manoscritte. Egli pure è nominato, come un dei più celebri giureconsulti che allor vivessero, dal poeta Antonio d’Asti da me altre volte citato: Ut Jacobus Puteus, qui jure in utroque tenetur Consultus tota magnus in Ausonia Script. Rer. ital. vol. 14, p. 1025. Dagli Atti dell’università di Pavia raccogliamo ch’ei fu ivi professore dal 1431 fino al 1453, nel qual anno a’ 23 di marzo egli era già morto (*).

XXII. Parlando di Jacopo dal Pozzo , fa il Panciroli menzione di Girolamo Torti (a), di (*) Io dubito di qualche errore nell’elenco degli Atti dell’università di Pavia, ove si nota Jacopo dal Pozzo, come già morto a’ 23 di marzo dell’anno 1453; perciocchè in questo ducale archivio segreto io trovo una lettera dei riformatori dell’università di Ferrara al duca Borso dei 2 di dicembre del 1461, in cui mostrano desiderio ch’egli sia chiamato a leggere in quella università, poichè è uno de’ più famosi dottori. E lo stesso dicono essi di quel Girolamo Torti, di cui parliamo in questo luogo medesimo, che benchè giovane homo. V ha bona fama, et è reputato valente homo. Il Torti non passò a Ferrara, ma Jacopo vi fu poi professore, ed è annoverato dal Borsetti sotto il 1466; ed egli aggiugne che morì poi senatore in Milano nell’anno 1486 (Hist Gymn. Ferr. t. 2, p. 4q)• (rt) Abbiamo riferito poc’anzi il passo di Teseo Ambrogio , in cui parlando del Torti così ne indica il cognome: Heronimo Torquato quem vulgus Tortum vocant.