Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/210

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8j2 , LIBRO p.602, ec.). Guardatasi esso con gran gelosia nel palazzo del Pubblico) e, come cosa per antichità sacrosanta, non iscoprivasi che a gran personaggi, e coll’onore di accesi doppieri. Il Poliziano per opera di Lorenzo de’ Medici potè vederlo e esaminarlo esattamente; e quindi all1 antica edizione delle Pandette fatta in Venezia nel 1485, egli aggiunse le prefazioni che si leggevan! nel codice fiorentino, le leggi greche in quella edizione ommesse , e notò in margine ove qualche diversità incontravasi tra ’l manoscritto e la stampa. Questa copia così corretta ed emendata dal Poliziano rimase dapprima in Firenze nella biblioteca di Lorenzo de’ Medici; poscia fu inviata a Roma a’ tempi di Leone X, e sotto Clemente VII rimandata a Firenze, ov’ella fu veduta e esaminata da molti fin circa il 1553. D’allora in poi essa fu creduta smarrita , e ogni diligenza usata per ritrovarla fu inutile, finchè l’anno 1734, scoperta a caso tra’ libri di una eredità esposta pubblicamente in vendita, fu comprata, e indi riposta, come ben era ragione, nella biblioteca Mediceo-laurenziana. Si posson vedere più esatte notizie intorno a queste Pandette nel Catalogo della medesima biblioteca pubblicato dal sig. canonico Bandini (t. 4 , p. 8 , ec.). XL1I. Or ritornando a’ giureconsulti secondo P ordine del Panciroli, questi, dopo aver brevemente parlato d’Ippolito Marsigli di patria bolognese (c. 131), unisce insieme parecchi giureconsulti dell1 antica e nobilissima famiglia Natta di Casale nel Monferrato (c. 132). E i primi sono Secondino e Enrichetto, i quali