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856 LIBRO XLIII. Io lascio in disparte quel Bulgarino snnese di cui parla in seguito il Panciroli (c. 13{), e assai più esattamente il eh. Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. \,p. 2289), perchè questo secondo scrittore ha rischiarato abbastanza ciò che a lui appartiene (a); e passo a uu altro de1 più gran lumi della giurisprudenza, cioè a Filippo Decio. Ei visse molti armi ancora del secol seguente; ma perchè in questo di cui scriviamo, egli ottenne il gran nome di cui poscia godè lungamente, ne ragioneremo a questo luogo, anche per non dividerlo da Lancel(.7) A meglio rischiarare le cose che il co. Mazzucchelli ha scritte intorno a Bulg u iuo, giovano alcuni documenti che ha pubblicati il ch. P. Guglielmo della Valle tratti dagli archivj di Siena (Lettere senesi , t. 2, p. 61, ec.). Sono esse tre ducali del doge Agostino Barbarigo; la prima delle quali è diretta a Pier Donato Vicedomino, come allora dicevasi, della Repubblica a Ferrara, in cui gli commette di esplorare a qual Ijrezzo sarebbe disposto Bulgarino, professore allora di legge in quella città, a passare a Padova a sostenervi la lettura medesima. Essa nella stampa è assegnata a’ 13 di settembre nella vi indizione l’anno MCCCCLXXXII. Ma nell* anno debb’essere corso errore; perciocchè il detto doge fu a quella dignità sollevato sol fanno 1.486. E l’indizione sesta ci persuade che debba leggersi l’anno 1487. Qual esito avesse questa commissione, c’è ignoto. Ma certo nel 1491 egli era in Siena, perciocché in quell’anno a* 20 di ottobre è scritta la seconda ducale diretta a un certo Berteo, in cui gli commette di andare a Siena, e di cercare in ogni modo d indurre Bulgariuo a passare a Padova. E convien dire che questo tentativo avesse felice effetto; perciocchè la terza ducale segnata a’ 13 di ottobre del seguente anno 1492 è una patente di passaporto conceduta a tal fine al medesimo Bulgarino.