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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/225

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SECONDO OU' or ora diremo, il quale insieme col Decio era stato da Giulio per la medesima ragione scomunicato , venne a trovarlo, recandogli un Breve di Giulio II scritto ad amendue, con cui offeriva loro il perdono, purchè si recassero a Roma. Ma il Decio non volle esporsi a tal viaggio, e scrisse facendo le scuse insieme di ciò che in addietro era avvenuto, e del non poter ora venirsene a Roma; la qual lettera , come pure il suddetto Breve di Giulio, si leggon presso il Boeza. Filippo frattanto fu chiamato a interprete del Diritto civile in Valenza nel Delfinato collo stipendio di 1000 franchi non mai in addietro conceduto ad alcuno. Erano quelle scuole allora spopolate e deserte, e appena vi si contavano 25 scolari. Ma non sì tosto Filippo vi giunse, che 100 scolari a lui sen vennero da Avignone, e nel primo anno della sua scuola ne ebbe 3oo, e 4oo nel secondo, e fra essi molti uomini per nascita e per dignità ragguardevoli. Al tempo medesimo , a istanza de’ cardinali raccolti in Lione , scrisse in confutazione di un libro che il Cardinal Gaetano pubblicato avea contro di essi j la qual opera del Decio afferma il Boeza di aver veduta e letta. Essa però non fu pubblicata, perchè morto nel 1513 Giulio II, e succedutogli Leone X, quel sinodo fu disciolto , e il nuovo Iiontefice, che era stato in Pisa discepolo di Filippo, gli scrisse tosto un Breve in cui lo prosciolse da qualunque censura egli avesse incorsa *, e poscia f anno seguente con altro suo Breve invitollo a Roma, ove gli proffer.se la cattedra di Diritto canonico collo stipendio di 5oo