Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/232

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8^4 LIBRO tutte insieme le altre nazioni non ne potrebbon mostrar l’uguale. E nondimeno quanti ne ho io ommessi che avrebbon potuto esser mentovati con lode! Le Storie delle università di Ferrara, di Padova e di Pisa, i catalogi de’ professor bolognesi dell Alidosi, le biblioteche delle particolari città e provincie ce ne offrono un numero ancor maggiore di quelli de’ quali abbiam finora parlato. Ma quando avrebbe fine questo argomento, se io volessi parlare distintamente di tutti? Alcuni pochi soltanto ne accennerò a questo luogo tra quelli che degni sono di special ricordanza. Bornio dalla Scala bolognese e professore di leggi nella patria fu grande amico del Filelfo, che gli scrisse più lettere tra il 1433 e ’l 1459 (l. 2 , ep. 23; l. 3, * ep. 27 j l. 5, ep. 18, 28, 40, 47 j l. 6, ep. 20, 59). Un passo degli Annali bolognesi del Borselli ci scuopre il carattere libero e coraggioso di questo giureconsulto. Essendo venuto a Bologna l’anno 1459) il pontefice Pio II, Bornio fu destinato a complimentarlo con una orazione. Egli soddisfece al carico ingiuntogli j ma nel ragionare riprese apertamente coloro che presiedeFirenre nell’anno 15~7, e da lui dedicato al gran duca Francesco. Il ro. Agostino e il co. Cesare suoi figliuoli son rinomati per gli elogi clic nelle sue opre ne ha fatti il Varchi, il «piale dal secondo di essi diede il nume al suo Ercolano. Anche uu altro ramo di questa famiglia stabilito in Perugia lia dati poscia al mondo illustri giureconsulti, e fra essi son conosciuti principalmente per le opere die se ne hanno alle stampe, Vincenzo sopraunomato il Fregio, e Francesco , de5 «juali si possun vedere più distinte notizie presso il Crispolti, e gli altri scrittori perugini.