Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/279

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SECONDO qai con autentici documenti l’eruditissimo proposto Poggiali (Stor. di Piac. t. 7, p. 90, ec.), e confutando con essi l’opinione di altri che a Gregorio XII e all’anno 1407 attribuiscono l’elezione di Branda a quel vescovado. XXI Questa dignità , a cui Branda fu sollevato, gli fu origine di non pochi disturbi. Era egli stato dapprima favorevole al partito di Gregorio XII; ma poscia veggendo che questo pontefice non volea mantener la promessa solennemente giurata di rinunciare al papato, ove il ben della Chiesa così richiedesse, egli ancora colla maggior parte de’ cardinali e de’ prelati italiani gli negò l’ubbidienza. Gregorio perciò sdegnato, privollo l’anno 1408 del vescovato; egli sostituì Bartolommeo Caccia, da altri detto delle Case, domenicano. Ciò non ostante ritenne Branda il nome e le divise di vescovo , di cui non credevasi legittimamente spogliato, e con tale titolo trovossi presente l’anno 1409 al concilio di Pisa , in cui , deposti Gregorio XII e Benedetto XIII, fu eletto pontefice Alessandro V. Il nuovo pontefice diede tosto a vedere a Branda, in quanta stima lo avesse; perciocchè al principio dell’anno seguente lo inviò col carattere di legato apostolico in Lombardia. Egli giunto a’ j 7 di marzo a Borgo San Donnino, fu con tutto il suo seguito arrestato per ordine del marchese Orlando Pallavicino, e legato non altrimente che pubblico malfattore, fu condotto nelle carceri di Busseto, ove per circa tre mesi e mezzo sostenne una durissima prigionia. L’avidità del denaro sembra che fosse il solo motivo per cui il Pallavicino