Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/295

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SECONDO 1)37 in Sutri, o, secondo altri, in Radicofani a’ 13 d’agosto del 1445 Benchè egli fosse, come dalle cose finora dette è abbastanza palese, uomo dottissimo, nulla però ne abbiamo alle stampe , e solo alcuni consulti se ne conservano manoscritti in un codice della biblioteca di Felino Sandeo (Fabr. Bibl. med. et inf. Latin, t. 6, p. 331). XXY’IL Di Giorgio Natta parimente non fa il Panciroli che un breve cenno (l.2, c. 122). Con maggior esattezza ne ha parlato il Fabbrucci (Calog. Racc. d Opusc. t. 40, p. 129). Egli era figlio, come già abbiamo osservato, di Enrichetto consigliero del marchese di Monferrato. Applicatosi singolarmente allo studio de’ Canoni, ne fu professore dapprima nell’università di Pavia; il che, secondo il Panciroli, dee fissarsi all’an 1475. Il Fabbrucci crede al contrario che qui sia corso errore, e che debba leggersi 1435; perciocchè in un passo delle sue opere Giorgio nomina appunto questo anno. Ma io sospetto che nel testo di Giorgio anzi che nell’opera del Panciroli non sia ben segnato quell’anno; benchè anche l’epoca del Panciroli non sia esatta. Certo negli Atti dell’università di Pavia ei trovasi nominato la prima volta nel 1468. Da due monumenti allegati dal chiarissimo proposto Irico (Hist Trid. p. -li-j 259) raccogliesi che Giorgio era ancor vivo nel 14^)35 il che, benché non sia impossibile in chi era professore fin dal 1435, non lascia nondimeno di muovere qualche difficoltà, e molto più che non troviamo memoria alcuna di Giorgio tra ’l 1435 e ’l 1468. Nel 1477