Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/296

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9*^8 LIBRO teneva scuola di Canoni in Pisa colP annuo stipendio di 4^o fiorini. Poscia due anni appresso , per timor del contagio , andossene senza prender congedo, e gli fu sospesa perciò la paga. Il Fabbrucci sostiene che nel 1482 ei tornò a Pisa3 ma, a dir vero, le parole di Giorgio, di’ ei recane in pruova, non mi sembra che provin ciò abbastanza, ma solo ch’ei compiè un suo trattato cominciato già in Pisa, e poscia due volte interrotto; anzi ivi afferma che in quell1 anno 1482 egli era ambasciadore del marchese di Monferrato presso il duca di Milano Giangaleazzo Maria. E a me sembra probabile eh1 ei lasciasse del tutto quella università per entrare al servigio del suo sovrano. In fatti ne’ due monumenti poc1 anzi allegati del 1491 e del 1495 lo veggiamo onorato de’ titoli di consigliere e di ambasciadore di quel marchese Guglielmo. Non sappiamo se oltre quest’ultimo anno ei continuasse a vivere (a). il citato Fabbrucci ne accenna alcuni consulti e alcuni trattati legali, che si hanno alle stampe, fra’ quali il più celebre presso i giureconsulti è quello intorno alle figlie dotate.

XXVIII. Sia l’ultimo tra’ canonisti di questo secolo il Cardinal Francesco Soderini, che dal Panciroli è stato nominato solo per incidenza (l. 2, c. 135). Più a lungo ne han parlato il (a) Veggasi la Biografìa Piemontese del sig. Carlo Xeni velli, ove altre notizie produconsi di Giorgio Natta, e si osserva ch*ei chiuse i suoi giorni a’ 4 di giugno del 1495, e si riferisce l’iscrizion sepolcrale che gli fu posta uelta chiesa di S. Francesco in Casale (t. 2, p. 65, ec.).