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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/371

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TERZO IOl3 d’Italia, ma in Allemaguo ancora e in Francia, e alle corti de’ più potenti sovrani. Le quali cose saran vere per avventura *, ina io non le veggo appoggiate ad autorevoli documenti.

XXVI. Più breve, ma nulla meno pregevole, è l’opera che intorno alla Storia de’ suoi tempi ci ha lasciata Leonardo Bruni, che da Arezzo sua patria è detto comunemente Leonardo Aretino. Il parlare di questo illustre scrittore ci introduce naturalmente a dire di quegli storici che illustraron le cose della lor patria, perciocchè egli scrisse non solo generalmente le cose a’ suoi tempi avvenute, ma una Storia ancora della città di Firenze, che avendolo onorato della sua cittadinanza, fu da lui rimirata non altrimente che sua patria. Dopo le notizie che di lui ci han date, oltre più altri, Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 1, p. 82), Fabate. Me bus (Fifa Leon. Aret. ante vol. 1 ejus Epist.) e il conte Mazzucchelli (Scritt ital. t. 2, par. p. 2196), può sembrare inutile il parlar di lui lungamente, e io di fatto accennerò solo le cose da essi ampiamente provate. Ma spero insieme di potere aggiugnere qualche cosa alle loro ricerche, valendomi singolarmente della sopraccitata Storia de’ tempi suoi , in cui molto egli parla di sè medesimo. Ei nacque di onesta famiglia nel 13(9, come si afferma nella Cronaca di Matteo Palmieri, la qual di fresco è stata di nuovo data alla luce (Script: rer. ital. florent. t. 1), benchè altri ne anticipino, altri ne differiscan di un anno la nascita; di che è inutile il disputare. Era egli giunto all età di circa quindici anni quando le truppe francesi