Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/374

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!0lG LIBRO vi ebbe ila Innocenzo VII V impiego ili segretario apostolico a preferenza del soprannomato Jacopo d Angiolo; e la lettera che in tal occasione scrisse Coluccio al pontefice (Coluc. Epist. t. 1, ep. 2, ed. Rigacc.), ben ci dimostra in quale stima egli avesse Leonardo, e quanto felice credesse la scelta che aveane fatta Innocenzo. Era allor Roma fimosi unente sconvolta dalle interne discordie; e Leonardo, che orane spettatore al tempo medesimo e parte, ci ha lasciata la descrizion delle stragi che ivi seguirono, del pericolo che corse egli stesso, e del fuggir che fece da Roma a’ 6 d’agosto dello stesso anno il pontefice seguito dalla sua corte e con essa da Leonardo (Comment. p. 18, ec.). Tornato poscia insiem col pontefice a Roma, ebbe da esso l’esibizione di un vescovado; ma egli il ricusò (Leon. aret. l. 2,» ep. 11). Morto Innocenzo , fu ugualmente caro a Gregorio XII, ed egli costantemente il seguì ne’ suoi viaggi più, dice egli stesso (Comment p. 28) , per la famigliarità di cui il pontefice mi onorava, che perchè ne approvassi il procedere.... Nè lo abbandonai, finchè da un comando dei Fiorentini non fui richiamato. Tornò nondimeno Leonardo al servigio della Curia romana, e fu segretario di Alessandro V, e di Giovanni XXIII, il quale secondo pontefice fu da lui seguito in più viaggi, benchè chiamato di nuovo a Firenze vi fosse onorato della carica di cancelliere, cui egli non tenne allora che per breve spazio di tempo. Frattanto lasciato l’abito clericale, di cui finallora avea usato, prese a moglie una giovane di illustre famiglia,