Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/375

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TERZO IO!' e ne ebbe un figlio che fu eletto Donato. Trasferitosi poscia col pontefice Giovanni al concilio di Costanza, poichè vide che il partito di esso andava ogni giorno più rovinando, ei credette opportuno il porsi in salvo fuggendo, e dopo molti disagi si ritirò a Firenze. Colà essendosi poscia recato il nuovo pontefice Martino V, ed essendo questi sdegnato co’ Fiorentini, perchè eransi uditi alcuni andar per città canticchiando: Papa Martino non vale un quattrino, riuscì a Leonardo di calmarne l’animo esacerbato con un eloquente discorso ch’egli gli tenne, e che da lui medesimo ci vien riferito (ib. p. 38, ec.). Fu indi a non molto eletto di nuovo cancelliere della Repubblica, benchè il papa cercasse di seco condurlo a Roma, ed ei tenne quell’impiego fino alla morte , onorato insieme di cospicui magistrati e di diverse ambasciate a’ principi ed a’ romani pontefici, la cui serie si può vedere presso i suddetti scrittori. Finalmente morì in Firenze ai 9) di marzo del 1444? della qual epoca si recano certe pruove dal conte Mazzucchclli (a). Solenni ne furono l’esequie, e Giannozzo Manetti ne recitò l’orazion funebre, che è stala data alla luce dall’abate Mehus insieme con un1 altra di Foggio in lode del medesimo Leonardo (ante vol. 1 Epist Leon. Aret). Lo stesso Manetti, mentre ne recitava l’elogio, per pubblica autorità coronollo d’alloro, e gli lu (a) \ eggasi una lettera di Alamanno R intieri ni in morte del Bruni, pubblicata da uionstg. Labbroni (l’ila Cosm. Mtd.. t. a, p. 217, ec.).