Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/415

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TERZO 105; e poco il P. Nicrron nelle sue Vite degli Uomini illustri (t. 38, p. 57). Ed ei nondimeno dee annoverarsi tra’ più felici coltivatori della seria non meno che dell’amena letteratura, che a questo secol fiorissero; e noi procureremo perciò d1 illustrarne, come meglio ci sarà possibile, la memoria. Egli era nato in Giustinopoli, che or dicesi Capo d’Istria, ed era, come egli stesso afferma (Epist. de more card. Zabar. Script. rer. ital. vol. 16, p. 201), circa dieci anni più giovane del Cardinal Zabarella, e convien perciò fissarne la nascita circa il 134*)- H Zeno, che ebbe tra le mani un codice in cui contengonsi 147 lettere inedite del Vergerlo, e che afferma di scrivere sull1 autorità di sì pregevoli monumenti, dice che il Vergerio fece i primi suoi studj in Padova; che di là passò a Firenze, ed ivi in età assai giovanile fu professore di dialettica; e che ivi pure alla scuola del Zabarella, che fu poi cardinale, studiò l’uno e f altro Diritto, e a quella di Manuello Grisolora la lingua greca; il che ci conduce fino al 1397, perciocchè solo a questo tempo recossi il Grisolora a Firenze. È certo che il Vergerio circa il 1387 fosse in Firenze discepolo del Zabarella, lo afferma egli stesso nella lettera in cui piange la morte di quel dottissimo cardinale seguita l’anno 1417* Florentiae illum primum novi ante triginta fere annos, quum ibi studiorum causa versarer, ec. (ib. p. 199-). Ch’ei parimente vi fosse professore di dialettica , si pruova dal Zeno colle parole dello stesso Vergerio: Dialecticam ibi juvenis docui; ove il detto scrittor ci assicura che intende il Vergerio