Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/416

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io58 LIBRO di parlar dì Firenze. Questi inoltre, nella lettera sopraccitata, ci nan a che, poiché ebbe appreso a conoscere il Zabarella, a lui si strinse costantemente, e che il seguì nel viaggio ch’ei fece al tempo di Bonifacio IX. Or come il Zabarella di Roma passò a Padova, ed ivi per più anni tenne scuola di Canoni, di che altrove abbiamo ragionato (t. 5, p. 57:4) » così il Vergerio, divenutogli ormai indivisibil compagno, colà il venne seguendo. In fatti il Papadopoli ci assicura di aver trovata memoria negli Atti di quella università (Hist. Gymn. pat. t. 1.p. 284) che il Vergerio dal 1393 fino al 1400 fu ivi professore di dialettica, e che in questo impiego continuò ancora fino al 1403. In Padova pure cel mostrano nel 13i)i, nel 1393 e nel 1402 alcune delle sue lettere e delle sue orazioni pubblicate dal Muratori (l. cit. p. 194, 222, 23(i), e una sua lettera del 1396 citata dal Zeno, in cui descrive f indefessa sua applicazione agli studj. Questo soggiorno però non fu stabile per modo, che non ne partisse sovente per diversi viaggi. E il troviam di fatto in Firenze V anno 1398, come ci dimostra una lettera da lui scritta al Cardinal di Bologna citata dal P. degli Agostini (Scritt. venez. t. 2, p. 507), in cui appunto egli afferma di aver vedute molte città e molte provincie. E nella stessa città convien dire ch’ei si trattenesse allora per qualche tempo, poichè altrimente non avrebbe potuto avere a suo maestro il Grisolora, che ivi non fu che tra ’l 1397 e ’l 1400. Questi viaggi ei fece probabilmente in compagnia del Zabarella, di cui lo stesso Vergerio racconta (l. dtp. 199) che,