Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/431

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teuzo v 1073 ha alle stampe, c sono poesie latine, trattati di filosofia morale e di politica, e traduzioni dal greco, tra le quali dee rammentarsi quella de’ libri della Repubblica di Platone, a cui diede l’ultima mano Pier Candido di lui figliuolo. Questi nacque nel 13t)9 in Pavia, e per riguardo al suddetto Pietro da Candia ebbe il nome di Pier Candido. L’argomento premesso a una lettera da lui scritta ad Ambrogio camaldolese, e pubblicata insieme con quelle di questo monaco (l. 24? ep 69), sembra indicarci ch’egli studiasse la lingua greca sotto Manuello Grisolora. Ma, a dir vero, il Decembrio ivi afferma soltanto di aver conosciuto in età fanciullesca il Grisolora non già in Firenze, ma in Milano, come ha già avvertito l’ab. Mehus (praef ad Ep. Ambr. camald. p. 14) 5 e che Liberto suo padre eragli amicissimo. In età ancor giovanile fu scelto a segretario del duca Filippo Maria Visconti e scrisse la risposta a uno scritto pubblicato dai Genovesi a scusa della lor sollevazione contro quel duca. Essa conservasi inedita in questa biblioteca Estense, e il Muratori avea promesso di pubblicarla (Script. rer. ital. vol. 20, p. 984); ma, non so per qual motivo, ei non ha attenuta la sua promessa. Ella è intitolata: In Januenses Responsiva per P. Candidimi Ducale ni Secretarium et Oratore ni, ed è segnata: Mediolani XII Kalendas Martias 143o («). Il Cotta, citando (a) L’anno 1430 è veramente segnato nel codice Estense. Ma dovea scriversi 1436, perciocchè solo nel dicembre del 1435 scossero i Genovesi il giogo del Visconti.