Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/430

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io72 LIBRO ili diversi argomenti, e che ben dimostrano la varia erudizione di Andrea: traduzioni dal greco di alcune opere d’Aristotele, e comenti sulle medesime, prediche e orazioni diverse, trattati ascetici e teologici, opuscoli contro lo scisma di Benedetto XIII e di Egidio Mugnos, e in difesa del suo Ordine, comenti sopra diversi libri della sacra Scrittura, sopra il primo libro del Maestro delle Sentenze, e anche sopra le Commedie di Terenzio; e altre opere di diverse materie. Il che ci basti di avere accennato per non dilungarci oltre il dovere. Di un altro trattato da lui scritto contro il metodo di predicare di S. Bernardino da Siena diremo altrove. XLVI1I. Filippo Maria Visconti e Francesco Sforza, il primo per le varie vicende del lungo suo dominio, l’altro per le rare doti di cui fu adorno, somministrarono ampio argomento di storia a Pietro Candido Decembrio. Il Cotta (Museo Novar. p. 250), il Sassi (Hi st. typogr. mediol. p. 292), l’Argelati (Bibl. Script, mediol, t. 1, pars 2, p. 2099), Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 1 , p. 202) e più altri scrittori molto han di lui favellato, e noi ne trarremo le più importanti notizie, aggiugnendo solo ciò che sia loro per avventura sfuggito. Pietro Candido fu figlio di Uberto Decembrio natio di Vigevano, uomo dotto esso pure, segretario di Pier Filargo da Candia, che fu poi papa Alessandro V, e poscia di Giammaria Visconti duca di Milano, e morto podestà in Triviglio nel 1417 L’Argelati di lui pur ci ragiona (l. cit. p. 2106), e ne annovera molte opere, niuna però delle quali si