Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/429

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TERZO lO^I oltre gli autori citati dal conte Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 2, p. 1220), così afferma il Coriolano scrittore contemporaneo dello stesso Ordine nell’elogio sopraccennato, sì perchè così sembra raccogliersi da una chiosa da lui fatta alla sua Storia, che però leggesi solamente in un codice di Apostolo Zeno, ove narrando le turbolenze avvenute dopo la morte di Giangaleazzo Visconti seguita nell’anno 1402 dice: quae puerulus vidi (Script.. rer. ital. vol. 19, p. 27). Or se egli era fanciullo nel 1402, era certo in età ancora assai fresca nel 1435 quando finì di vivere. La Storia milanese scritta dal Biglia comincia dall’anno 1402, e giugne fino al 1431 ed è uno de’ migliori monumenti che di questo secolo ci sian rimasti, sì per la fedeltà del racconto, sì ancora per l’eleganza che per riguardo a quel tempo non è ordinaria. Avea in animo di pubblicarla Apostolo Zeno (Lettere, t. 1, p. 53). Ma il primo a darla alle stampa fu il Burmanno (Thes. Antiq. Ital. t. 9, pars 6), di che convien dire che non avesse contezza il Muratori, il quale pure alcuni anni dopo la pubblicò come inedita (Script. Rer. ital. l. cit.). Delle altre opere dal Biglia composte ognun può vedere i lunghi ed esatti catalogi che ce ne han dati il Muratori medesimo e l’Argelati. Il co. Mazzucchelli avverte che il trattato De Ordinis Eremitarum propagatione, che da essi citasi come inedito, fu stampato in Parma nel 1601. Tutte le altre opere non bau veduta la luce, e si conservano manoscritte in Milano nell’Ambrosiana , c nel convento di S. Marco, e nell’Angelica in Koma. Esse sono