Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/436

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IO/8 LIBRO (De Viris ill p. 2^) uomo nelle greche e nelle latine lettere assai erudito, e accenna parecchie opere da lui composte. Ma quanto ei fu da altri lodato, altrettanto fu vilipeso e ingiuriato da Francesco Filelfo, il quale in molte sue lettere ne ragiona con insofferibil disprezzo (l 6, ep. 2; l 7, ep. 23; l. 11, ep. 2; l. 16, ep. 34, ec.), e nelle sue Satire ancora lo prende spesso di mira, e gli dà non so per qual ragione il soprannome di Leuco. Non fa bisogno però di fare apologie del Decembrio, perchè non v’ ha chi non sappia quanto maledico fosse il Filelfo, e quanto facile a mordere e ad insultare anche i più dotti, quando non avean la sorte di piacergli. Nè vuolsi qui passare sotto silenzio Angiolo Decembrio fratello di Pier Candido, uomo dotto egli pure nella greca e nella latina favella , e caro non men che il fratello a’ duchi di Milano, pe’ quali ancora sostenne un’ambasciata al pontefice Pio II. L’Argelati ne ha fatto l’elogio (l. cit. t. 1, pars 2, p. 547;) annoverandolo tra gli scrittori milanesi, perchè nacque in Milano. Egli ne annovera ancor le opere, fra le quali quella che gli ha ottenuto qualche nome, sono i sette libri intitolati De pulitia litteraria stampati in Basilea nel 1526, nei quali a somiglianza delle Notti attiche di Aulo Gellio va disputando di varie questioni appartenenti a letteratura e ad erudizione. L. Le virtù e l’imprese di Francesco Sforza, e di Sforza da Cotignola di lui genitore, furon pur l’argomento che prese a illustrare Leodrisio Crivelli nobile milanese. Ma o egli non potè condurre a fine!la sua fatica, o ne è