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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/448

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ciò clic vi avea contro di esso inserito. A ciò nondimeno opponevasi il Poliziano, il quale anzi bramava che ogni cosa si pubblicasse, qual dall’autore era stata lasciata. Ma il Moro, per togliere ancor la memoria di tal contesa, non volle, e sotto pretesto che pochissimo fosse ciò che il Merula avea scritto in tale argomento , ordinò che tutto fosse soppresso. LIII. Se abbiam riguardo al titolo elf ei pose in fronte alla sua opera, Donato Bossi nobile milanese avrebbe dovuto aver luogo tra gli scrittori di cronache. Ma egli benchè si prefigga di darci una Cronaca generale, si vede però, che prende di mira singolarmente la storia della sua patria, e questo perciò ci è sembrato il luogo più acconcio a parlarne. Ci ha lasciata egli stesso memoria dell’anno e del giorno in cui nacque, cioè a’ 5 di marzo del 1436 (Chron. ad h. a.). Esercitossi, come egli stesso racconta nell’esordio della sua Cronaca , nel trattar le cause nel foro, e nell1 ore cbe questo impiego lasciavagli di riposo, nello spazio di 15 anni scrisse la sua Cronaca dalla creazione del mondo fino al 1492 in uno stile semplice, come le altre opere di tal natura, benchè alquanto meno incolto, e lodato perciò da Matteo Bosso con una sua lettera prodotta ancora dall’Argelati (Bibl. Script mediol, t. 1, pars 2, p. 211) e dal Sassi (Hist typogr. mediol. p. 342). Egli ancora ha le sue favole, ove tratta di cose antiche. La genealogia però de’ Visconti è presso questo scrittore assai più esatta che non presso altri; e generalmente parlando, ei si mostra uomo non privo di critica /