Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/454

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  • 9^ LIBRO

imperfetta la sua Storia, non essendosi per lo spazio di due anni offerto alcuno a continuar quel lavoro, Bartolommeo Calchi la addossò a Tristano, il quale poc’anzi erasi adoperato nel riordinare la biblioteca che era in Pavia, ed era perciò ben versato ne’ monumenti dei Visconti , che ivi in gran parte si ritrovavano. Ei prese dunque a continuare la Storia del Merula, e cominciò a scrivere de’ figliuoli e de’ nipoti del gran Matteo. Ma essendosi poi con diligente esame avveduto che la Storia del Merula era troppo mancante e troppo ingombra di errori, perchè non avea avuta la sorte di attingere a buoni fonti, credette miglior consiglio il formarne una nuova. Tutto ciò narra egli stesso nella sua prefazione. Ciò che in essa mi fa maraviglia, si è che avendo il Corio fin dal 1485 cominciato a stender la sua Storia, e dovendo ciò esser ben noto al Calchi, poichè il Corio scriveala per ordin sovrano, egli però non ne fa pure un cenno. Ma più strano ancora mi sembra che essendo la Storia del Calchi di gran lunga migliore di tutte f altre ^ ella non abbia mai veduta la luce fino all’anno 1628 in cui per la prima volta fu pubblicata in Milano. Ne uscirono allora i primi venti libri, ne’ quali egli dalla fondazione della città scende fino all’anno di Cristo 1313. Poscia nel 16.{3 per opera del Puricelli ne venner in luce due altri, co’ quali conduce la Storia fino al 1323, nè pare che più oltre ei si avanzasse, prevenuto forse dalla morte. A questi due ultimi libri vanno congiunti tre opuscoli dello stesso Tristano, nel primo de’ quali scritto nel 1489 descrive le nozze di